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LINDA PARROCO: GUARDARE INDIETRO PER ANDARE AVANTI

  • Immagine del redattore: gil borz
    gil borz
  • 29 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Proseguiamo nella piccola indagine sull'imprenditoria al femminile del vercellese e incontriamo Linda Parroco, imprenditrice versatile che fa dell'eclettismo un'arte.

Barrac Industries è un’eccellenza italiana nella produzione di specchietti retrovisori per il settore automobilistico, con un forte impegno verso innovazione, qualità e sostenibilità che si trova a Caresanablot.

Fondata da Linda Parroco ed Eleonora Maizzi, l’azienda si distingue per la capacità di coniugare esperienza, professionalità e visione imprenditoriale, creando prodotti che riflettono non solo la tecnologia, ma anche la passione delle persone che li realizzano.

“Gli specchietti retrovisori servono a guardare indietro per poter andare avanti.”

È con questa frase che si apre la nostra conversazione con Linda ed Eleonora, due donne che hanno trasformato una visione in un’impresa solida, innovativa e radicata nei valori dell’esperienza e della qualità.

Linda sorride, riflettendo per un istante su quelle parole. Poi risponde con sincerità e profondità:

“Sì, guardare indietro è importante, ma non per restare fermi. Serve per non ripetere gli stessi errori, per fare tesoro dell’esperienza e costruire qualcosa di migliore. Gli specchietti retrovisori, in fondo, servono anche a questo: ci ricordano da dove veniamo, ma ci aiutano ad andare avanti con più consapevolezza.”

Un pensiero che sintetizza la filosofia che guida ogni passo della New Barrac Mirrors Industries: un equilibrio tra memoria e futuro, tra radici ed evoluzione. In un mondo dove tutto corre veloce, Linda ed Eleonora dimostrano che il vero progresso nasce dall’esperienza, dal saper fermarsi a osservare il percorso fatto per migliorarlo. Ma la loro storia non parla solo di impresa.

È anche un racconto di imprenditoria femminile, di forza e di sogni.

“Essere donna, madre, insegnante e imprenditrice non è semplice,” racconta Linda. “Ogni giorno bisogna conciliare casa, scuola, famiglia e lavoro. Ma noi donne abbiamo una marcia in più: il coraggio di crederci, di non arrendersi, di voler cambiare le cose e migliorare la società.”

Anche Eleonora annuisce, aggiungendo con fermezza:

“Il segreto è non smettere mai di sognare. Ogni obiettivo raggiunto diventa la base per costruire qualcosa di nuovo. E quando si lavora con passione, anche le difficoltà diventano insegnamenti.”

Le loro parole lasciano trasparire la forza di due donne che hanno scelto di guardare al futuro con fiducia, pur senza dimenticare il cammino percorso.

“Ormai ciò che è stato fatto appartiene al passato,” conclude Linda. “Guardiamo indietro solo per imparare, e avanti per inseguire i nostri sogni. Perché la vita è fatta di sogni, e senza sogni non si vive davvero.”

Così, come uno specchietto retrovisore che riflette il passato per rendere più sicuro il viaggio, Linda Parroco ed Eleonora Maizzi continuano a guidare la New Barrac Mirrors Industries con visione, esperienza e cuore — dimostrando che anche nel mondo dell’industria, la passione e la sensibilità possono tracciare la rotta verso il futuro.


Donne e motori, gioie e dolori”, si diceva una volta... ma forse i dolori li hanno più gli uomini quando vedono che una donna sa cavarsela benissimo anche in officina. Quando sono arrivata in Piemonte ero giovanissima, e la prima cosa che ho fatto è stata andare a lavorare in azienda. Ho iniziato nel settore dello stampaggio della plastica, occupandomi di controllo qualità in diverse realtà che collaboravano con la Fiat. Controllavo pezzi per il cambio e vari accessori: un lavoro di precisione, che mi ha insegnato l’importanza del dettaglio e della responsabilità. Successivamente ho avuto un’esperienza molto significativa alla Sinterama di Sandigliano, una delle aziende più grandi del biellese nel settore tessile. Lì lavoravo nel laboratorio della tintoria, dove insieme a un team specializzato studiavamo i colori per i clienti e preparavamo le ricette che poi venivano utilizzate per la produzione su larga scala. Era un ambiente stimolante, tecnico ma anche creativo, dove ho imparato quanto sia preziosa la collaborazione tra competenze diverse. Lavorare in ambienti prevalentemente maschili non mi ha mai spaventata, anzi. Certo, all’inizio qualche battuta non mancava, ma bastava rispondere con un po’ di ironia e mettere subito le cose in chiaro. Quando i colleghi capivano che eri lì per lavorare davvero, tutto si aggiustava, e alla fine nasceva anche un bel rispetto reciproco. Credo che spesso gli uomini non temano la presenza di una donna, ma l’idea di una donna che sappia comandare. Ed è proprio lì che entra in gioco la nostra forza: dimostrare che non siamo inferiori a nessuno, che ciò che conta davvero non è il genere, ma la testa.

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